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Ordine del giorno della Giunta di solidarietà ai curdi

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amministrazione
15.10.2019

La Giunta Comunale, il 15 ottobre, ha approvato un ordine del giorno di solidarietà ai curdi.

Di seguito il testo della Delibera.

OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO DI SOLIDARIETA’ AI CURDI

 

                                                               LA GIUNTA COMUNALE                  

Premesso che

  • la questione curda si trascina da un secolo quando dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale è stato negato al popolo curdo il diritto ad avere una patria, pure essendo i curdi la quarta etnia più grande del Medio Oriente; ad oggi sono tra  25 e 35 milioni di persone senza Stato;
  • attualmente  la gran parte dei curdi è distribuita in cinque paesi – Iraq, Siria, Turchia, Iran e Armenia – ed è prevalentemente musulmana sunnita con orientamenti religiosi diversi: pur essendo blocco monolitico, ogni gruppo nazionale ha le sue priorità e i suoi alleati;
  • i curdi turchi, i curdi siriani e i curdi iracheni  insieme hanno combattuto contro l’ISIS;
  • a differenza dei curdi iracheni, che da diverso tempo hanno una loro regione autonoma all’interno dell’Iraq (il Kurdistan Iracheno), i curdi siriani sono riusciti a ottenere una certa autonomia solo negli ultimi anni, dopo l’inizio della guerra in Siria, rafforzando il loro controllo sulla regione che abitano, il “Rojava”, versione breve di “Rojava Kurdistan” (cioè “Kurdistan occidentale”). Nel momento della loro massima espansione i curdi siriani controllavano buona parte del nord della Siria, da est a ovest, lungo il confine con la Turchia;
  • il governo dei territori sotto il controllo curdo è garantito dal Partito dell’Unione Democratica (la sigla in curdo è PYD), un partito che si potrebbe definire di ispirazione “socialista-libertaria” e che promuove un’idea di società molto rara nel mondo islamico;

 

Considerato che

  • i curdi siriani hanno efficacemente collaborato per debellare l’ISIS, essendo stati impegnati  dal 2013 a oggi  a difendere le città curde del nord dagli attacchi dell’ISIS e poi a recuperare i territori che erano finiti sotto il controllo dello Stato Islamico in buona parte della Siria. Il motivo più importante delle simpatie occidentali verso i curdi siriani è stata infatti  la guerra combattuta dalle milizie curde, le YPG, contro l’ISIS. I curdi hanno combattuto in maniera efficace come unica forza di terra all’interno di una coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, e la presenza delle loro milizie al di fuori del Rojava continua a essere considerata ancora oggi preziosa per evitare un eventuale ritorno dell’ISIS;
  • i curdi siriani hanno cominciato ad organizzare comunità in cui le donne hanno ruolo dignitoso ed attivo ed, in ogni caso, con una visione  democratica, almeno sulla carta, di tipo egualitaria, che non prevede la predominanza di una religione o di un’etnia su un’altra, e dove le donne hanno gli stessi diritti e doveri degli uomini e che si battono per  un sistema basato su un’economia sostenibile, attenta a non danneggiare l’ambiente;
  • le operazioni militari della Turchia hanno provocato numerose vittime fra la popolazione civile (fra cui bambini) e che, come era del tutto prevedibile, hanno consentito una ripresa delle attività dei fondamentalisti islamici dell’ISIS che si sono dimostrati in tutta la loro brutalità attraverso il barbaro assassinio della giovane donna Hevrin Khala, attivista per i diritti delle donne;

 

Preso atto che

  • con l’operazione iniziata mercoledì 7 ottobre 2019, invece, il governo turco vorrebbe prendere il controllo anche dei territori curdi a est del fiume Eufrate, stabilendo una specie di “corridoio di sicurezza” profondo circa una trentina di chilometri da cui cacciare i curdi e in cui trasferire i profughi siriani che negli ultimi anni sono arrivati in Turchia dopo essere scappati dalla guerra;
  • l’inizio della guerra contro i curdi da parte del Presidente Erdogan  della Turchia, paese membro della Nato,  con  il disimpegno degli Stati Uniti,  rappresenta  un atto fuori da ogni logica politica, geopolitica ed  umanitaria  creando una prospettiva di squilibrio totale in tutta l’area e migliaia di profughi da un’area ad altra, provocando vittime civili ed innocenti ed interrompendo una crescita civile e pacifica di quell’area;
  • diversi paesi del mondo occidentale, dagli stati Uniti all’UE, sono i principali fornitori di armi alla Turchia;
  • la stessa Turchia ha beneficiato di grandi sostegni per l’accoglienza dei profughi siriani;

 

Vista anche la presa di posizione dell’Anci regionale che con proprio atto ha chiesto:

- “all’Anci Nazionale di intercedere con il Governo italiano al fine di condannare quanto accaduto e di fare pressioni sul Governo Turco  per la cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del Rojava e dell’intera Federazione Democratica della Siria del Nord, affinché il Governo Italiano si impegni  promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune la ferma condanna di quanto avvenuto e l’attivazione di tutti gli atti politici necessari per tutelare la popolazione del Rojava e il rispetto delle libertà democratiche”

- al Presidente del Consiglio Regionale della Puglia di adottare con urgenza un ordine del giorno sostenendo le suddette richieste”

 

Visto che la città di Martina Franca è stata dichiarata Città di Pace e di Solidarietà con Delibera di Consiglio Comunale del 25 giugno 2014 e che rientra tra i 371 Comuni d’Italia che hanno aderito al coordinamento “ Città della Pace”

 

                                                                     DELIBERA

 

  1. di far proprio il documento approvato dall’Assemblea regionale dell’Anci in data 14 ottobre 2019 che qui si allega;
  2. di condannare l’inizio della guerra turca contro i curdi siriani;
  3. di esprimere solidarietà ai curdi siriani, martoriati da anni, malgrado la collaborazione positiva concreta contro l’Isis;
  4. di invitare il governo italiano e i governi europei a bloccare qualunque commercio di armi con la Turchia;
  5. di auspicare un ruolo attivo e protagonista  dell’Italia e dell’Unione Europea a sostegno della causa dei curdi siriani  con atti di concreta solidarietà e di iniziative immediate per la fine del conflitto;
  6. di auspicare un intervento dell’ONU per dirimere le questioni del conflitto;
  7. di trasmettere la presente deliberazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
  8. di pubblicare il presente provvedimento all’albo pretorio e sul sito internet del Comune

 

Trattandosi di un atto di indirizzo la presente deliberazione non necessità del parere tecnico e contabile ai sensi dell’art. 49 c. 1 del D.lgs 267/2000.

 

 

 

 

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